LA CRISI ALIMENTARE
Il mondo si trova nuovamente di fronte ad una gravissima crisi alimentare globale che colpisce i paesi più poveri e fragili con particolare durezza. Le proiezioni degli esperti* ci dicono che nell’anno in corso il numero stimato di persone in situazione di grave e gravissima insicurezza alimentare ha superato i 200 milioni in un gruppo di 45 paesi sottoposti a monitoraggio costante. In aumento per il quarto anno consecutivo.
Molte regioni in cui il CISP opera sono coinvolte in modo particolarmente grave: nel Corno D’Africa la siccità ha colpito vaste regioni fra Kenya, Etiopia e Somalia, dove la comunità internazionale è in procinto di dichiarare la carestia per alcune aree. In Africa Occidentale e nel Sahel il numero di persone colpite dalla crisi alimentare è aumentato del 41% rispetto al 2021.
In Africa Centrale e meridionale parliamo di almeno 43 milioni persone.
In Medio Oriente, in Nord Africa e in America Latina, la crisi economica ha ridotto radicalmente l’accesso al cibo per le popolazioni più povere. L’incremento dei bisogni a livello internazionale rende più difficile trovare le risorse per assistere le popolazioni che sopravvivono grazie a questo strumento. È il caso, per esempio, dei rifugiati che vivono, talvolta da decenni, in campi profughi.
LA CRISI ECONOMICA E I CONFLITTI
Consociamo piuttosto bene le cause globali e specifiche: situazioni di conflitto e di insicurezza spesso in corso da molti anni costringono a fuggire, impediscono di coltivare i campi o di procurarsi un reddito, di avere accesso ai mercati e di ricevere assistenza. La crisi economica globale derivata dalla pandemia ha avuto un impatto devastante sul commercio, sui prezzi del cibo, sui redditi, sul potere d’acquisto. Il conflitto in Ucraina ha avuto un impatto pesante, ad esempio, sul prezzo dei cereali e dei fertilizzanti. Si parla di crisi delle catene di valore globali: quei legami che collegano a livello internazionale le attività di un ciclo produttivo dalla materia prima al prodotto finito ed alla sua commercializzazione. Negli ultimi decenni si è privilegiato e investito proprio sullo sviluppo di quelle catene del grande commercio internazionale che sono entrate in crisi. I piccoli e piccolissimi produttori nei paesi più poveri sono stati messi ai margini da questi processi ancora una volta con un grave impatto sulla povertà e la disuguaglianza.
LA CRISI CLIMATICA
Infine, i fenomeni climatici estremi, la siccità, le alluvioni, ma anche l’imprevedibilità delle piogge conseguenza del cambiamento climatico hanno un impatto particolarmente difficile da assorbire per i più poveri, spesso piccoli agricoltori senza risorse sufficienti per ripartire dopo una stagione andata male.
Sono fenomeni globali difficili da gestire per le società ricche; si traducono con estrema facilità in tragedia per le comunità strutturalmente vulnerabili.
La capacità e la volontà della comunità internazionale di garantire in queste situazioni assistenza umanitaria immediata è cruciale, ma si tratta anche di rafforzare la resilienza delle popolazioni di fronte alla crisi e proseguire e rafforzare il nostro sostegno ai processi di sviluppo locale con cui le comunità cercano di uscire dalla trappola della miseria e della vulnerabilità.
PARLIAMO DI PERSONE
I fenomeni globali che si misurano con i grandissimi numeri si traducono nella condizione di famiglie, persone e comunità.
Abbiamo deciso di riservare uno spazio costante su queste pagine, nei prossimi mesi, a raccontarvi proprio queste situazioni. Vogliamo spiegare quanto il CISP fa per sostenere proprio quelle comunità nell’emergenza, ma anche nei loro sforzi di garantirsi sicurezza alimentare e prospettive di un futuro migliore. Ci interessa tradurre i grandi numeri in storie di persone e comunità. Siamo convinti che interessino anche voi.
Continuate a seguirci su queste pagine per conoscere le loro storie.
*Aggiornamento al 30 giugno 2022 del Global Report on Food Crises
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